mercoledì 18 marzo 2009

Khutba del 13/03/2009, la responsabilità collettiva nell’Islam -



"AL HAMDU LI ALLAHI RABBI AL ‘ALAMIN WA SALAH WA SALAM ‘ALA RUSULI ALLAHI AGMA ‘IN 

Fratelli e Sorelle: l’argomento che trattiamo oggi riguarda la responsabilità collettiva nell’Islam, e al riguardo esiste un hadith riferito da Al-Bukhari (Allah abbia misericordia di lui) secondo cui An-Nu’man bin Bashir (Allah si compiaccia di lui) ha affermato di aver sentito raccontare dal Messaggero (la pace su di lui) una metafora concernente i limiti posti da Allah e ciò che vi rientra.

Narrò di un gruppo di gente che tirò a sorte il posto su una nave. Così ad alcuni toccò la parte più alta dell’imbarcazione e ad altri la parte più bassa. Coloro che si trovavano nella parte inferiore quando desideravano dell’acqua dovevano passare da chi era sopra di loro, quindi dissero: - Oh se noi praticassimo un foro nella nostra parte non daremmo noia a coloro che stanno sopra di noi – Se li avessero lasciati fare sarebbero periti tutti, se fossero intervenuti impedendo questo gesto si sarebbero salvati tutti. 
Certamente il Profeta (la pace su di lui) ci ha lasciato questa metafora contenuta nel hadith per parlare di due tipi di fedeli: il primo è quello che si attiene scrupolosamente ai limiti imposti da Allah; il secondo è quello che compie ciò che Allah gli ha proibito omettendo di fare ciò che egli ha ordinato. Questo è colui che pecca in vario modo. Il Messaggero (la pace su di lui) ha paragonato la società, composta dai due gruppi, gli ubbidienti e i disubbidienti, come i passeggeri della nave, i quali tirarono a sorte i propri posti per non creare contrasti fra di loro. Così il posto di alcuni era nel piano superiore della nave, e quello di altri nella parte inferiore. Poi il Profeta (la pace su di lui) ha spiegato che coloro che erano nella parte più bassa quando desideravano l’acqua erano obbligati a salire verso quelli che si erano stabiliti al piano superiore, e questo era motivo di fastidio per loro, quindi ci fu la proposta di praticare un foro nella parte inferiore della nave, che occupavano, per attingere l’acqua senza disturbare chi era sopra di loro. 

Dunque il Profeta (la pace su di lui) in questo modo ha voluto richiamare l’attenzione sulla rilevanza della responsabilità collettiva fra i credenti. Infatti spiegò che i passeggeri della parte alta della nave, permettendo agli altri di attuare la loro proposta, provocarono la morte di tutti, se lo avessero impedito si sarebbero salvati tutti. 

La morale che dobbiamo trarre da questo hadith consiste nel fatto che la responsabilità di ogni singolo componente della collettività concorre alla sua salvaguardia. Ovviamente in una comunità non mancano i peccatori, ma le persone pie ed oneste devono svolgere il loro compito allo scopo di guidarli alla retta via, migliorarli e correggerli, altrimenti la percentuale degli iniqui sarà sempre più numerosa, e la malvagità, l’oppressione, l’inimicizia, la prepotenza si propagheranno fino a sconvolgere le regole dell’integrità e del benessere della società. Questa legge divina esiste dalla creazione di Adamo, infatti il Sacro Corano ci ha raccontato molti episodi riguardanti i seguaci dei profeti e anche coloro che nei loro popoli deviarono dalla retta via. 

Quando le persone rette non svolsero il loro ruolo nell’ammonire e guidare i peccatori, fu la perdizione per gli iniqui e chi tacque sulle loro ingiustizie come ha detto Allah l’Altissimo: “E quelle antiche città noi le distruggemmo allorché agirono iniquamente, e fissammo, per la distruzione loro, un termine” (Sura della caverna XVIII, v. 59). Ripetutamente il Profeta (la pace su di lui) ha insegnato anche che se la gente quando vede uno che si comporta ingiustamente non interviene sarà colpita dalla stessa punizione divina. Anche Abu Bakr As-Sadiq predicava alla gente dicendo di recitare il seguente versetto: “O credenti, badate a voi stessi! Non vi può arrecare danno chi vi ha traviato, se voi siete sulla giusta via…” (Sura della mensa V. v. 105). 
Fratelli e Sorelle, concludendo ricordiamo sempre questo importante insegnamento: avere il senso della responsabilità non significa che i buoni operino nella società solo per migliorare sé stessi abbandonando gli altri, anzi devono adempiere ai loro doveri sociali, culturali e religiosi affinché la società intera possa godere di serenità e benessere. 

WA SALAMUN ‘ALA AL-MURSALIN WA L-HAMDU LILLAHI RABBI AL-‘ALAMIN"


Sermone eseguito nella moschea di Roma dall' Imam: Ala Eldin Mohamed Ismail el Ghobashy 

Tratto dal sito mosquesworld